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Alla fine del 1953 mentre Mario cantava La Wally alla Scala con Renata Tebaldi le cronache giornalistiche dettero ampio risalto al caso di Irene Mayer una ragazza americana del Maryland, protagonista di uno strano fenomeno. La ragazza era cieca ma quando Mario cantava "vedeva". Il tutto era cominciato quando Irene aveva assistito ad una Aida di Mario al Met: ad un certo punto aveva gridato "vedo il tenore!". Uscito di scena Del Monaco, Irene era ripiombata nel buio. La voce di Mario operava su di lei un prodigio che le consentiva di descriverlo nei dettagli. Ma solo di presenza: se lo ascoltava da un disco non succedeva niente. Da quando aveva perduto la vista nel 1949 asseriva che ascoltare Del Monaco era diventata la sua unica ragione di vita: si era aggrappata a quella voce dalla quale traeva ispirazione e coraggio perché sentiva "che Mario era una persona sincera, buona e intelligente".
Il caso studiato da medici illustri portò dopo attente prove alla conclusione che non si trattava di simulazione: Irene "vedeva veramente Del Monaco perché era in grado di riferire ogni atteggiamento dell'artista, in particolare del suo abbigliamento, la posizione in cui si trovava. Per acclarare il fatto, accertato ma difficilmente spiegabile secondo i canoni della medicina tradizionale, furono scomodati esperti di metapsichica: il verificarsi del fenomeno solo nei momenti in cui Del Monaco cantava di presenza, induceva a concludere che la sua voce aveva la facoltà di operare in modo da svegliare nel subconscio della ragazza forze misteriose che gli ridavano la luce per la durata del canto. Questo perché si stabiliva una specie di fluido che accomunava i due spiriti e "passava" attraverso il canto.